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Il Giappone e le corde

Legare è una pratica molto comune in Giappone, estremamente radicata nella cultura e nella quotidianità: dall’arte di confezionare pacchetti regalo, all’allacciatura dei kimono mediante la fascia chiamata obi.
Una nota particolare merita la pratica del Mizuhiki, che consiste nell’utilizzare piccoli cordini per decorare le buste di carta contenenti messaggi di auguri, ringraziamenti o condoglianze per amici e conoscenti.

La pratica del Mizuhiki risale all’era Heian (794-1185) quando le donne della corte impararono l’arte di creare nodi decorativi per regali e lettere.

I nodi avevano un significato ben preciso, un po’ come avveniva in Europa durante il medioevo con il “linguaggio dei fiori”, che ha poi fatto sì che la rosa rossa sia associata all’idea dell’amore passionale. Durante l’era Edo (1611-1868) questi laccetti furono utilizzati per le acconciature tipiche dei samurai. Ancora oggi il Mizuhiki è utilizzato durante i matrimoni, per decorare i tavoli o altri ornamenti, abiti e capelli della sposa. Inoltre alcuni artisti usano questa tecnica per creare vere e proprie sculture celebrative.

Anche in ambito religioso, la storia del Giappone ha numerosissimi riferimenti all’uso delle corde e dei nodi. Le corde Shimenawa sono disposte di solito sulle porte (i Torii) dei templi Shinto e di anche su altri oggetti sacri come alberi e rocce.

Persino nel Sumo, i lottatori indossano delle cinture cerimoniali decorate con corde che riproducono le Shimenawa dei templi. Le movenze e i rituali prima dell’incontro servono a scacciare gli spiriti cattivi e ad invocare l’arrivo degli Dei benefici.

Anche il Buddismo, seppur in misura inferiore rispetto allo Shintoismo, fa un utilizzo simbolico dei nodi.

Per non parlare del Kama Sutra in cui ben quattro delle quarantotto posizioni codificate, utilizzano delle corde. Il che porta a considerare il diverso rapporto che c’è con la sessualità, dal momento lo Shintoismo non riconosce il concetto di buono e male e quindi i concetti di peccato e colpa non esistono nella tradizione giapponese.  Esiste ed è molto evidente, per i praticanti di kinbaku di alto livello, la presenza di una “connessione spirituale” tra loro e i loro partner e la loro arte. Ma anche senza scomodare i più alti vertici di questa disciplina, anche nell’ambito privato di qualunque praticante di kinbaku, che trae soddisfazione nel donare piacere al proprio partner mediante queste tecniche, il concetto di “connessione spirituale” sembra tutt’altro che fuori luogo


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