L’inizio del XX secolo vide il Giappone impegnato a diventare una nazione moderna, tuttavia, come abbiamo visto, il passato era sempre presente nell’immaginario collettivo e affascinò autori e artisti come il giovane Ito Seiu, che decise di studiare per diventare un artista e specializzarsi nella rappresentazione della storia e dei costumi del periodo Edo. Infatti Ito non fu solo un artista sadomaso, ma fece numerosi lavori anche come preparatore dei fondali per il teatro kabuki e illustratore per giornali e riviste. Per molto tempo dovette tenere nascosti i suoi interessi alternativi.
Infatti, sebbene oggi il Giappone possa apparire come una nazione più aperta e tollerante per quanto riguarda molti aspetti dell’ambito privato come la religione e i costumi sessuali, rispetto alla maggior parte delle nazioni occidentali, non fu sempre così. Vi furono persecuzioni religiose, così come la repressione del dissenso politico, che arrivò fino proibire di nominare gli avversari nei libri o di rappresentarne l’immagine delle stampe ukiyo-e. Anche il teatro kabuki subì ad intermittenza la censura del governo centrale e dal 1790 un sistema forma di censura imponeva un sigillo di approvazione per le stampe ukiyo-e, così che la maggior parte degli shunga fu stampata privatamente. Anche con l’avvento dell’era Meiji la censura rimase in essere e anche artisti famosi videro molti disegni distrutti.
Questo era il clima in cui Ito Seiu cominciò ad esplorare quella che oggi si chiamerebbe l’arte del sadomaso. Ovviamente quel tempo non c’era la consapevolezza odierna su cosa fosse il sadomaso e il termine “seme-e” veniva utilizzato per tutte le rappresentazioni di tormento, così come il termine “hentai seiyoku ” (perversione sessuale o appetito sessuale abnorme) indicava tutte le pratiche sessuali non tradizionali. Ecco perché quando Ito Seiu cominciò a pubblicare i suoi lavori seme-e, dovete farlo privatamente.
La fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30, Ito Seiu cominciò ad affermarsi per le sue illustrazioni sul periodo Edo e pubblicò anche i suoi primi studi sull’seme e seme-e. Le prime opere di questo tipo pubblicate furono Seme no Kenkyu (ricerca sulla dominazione) e Seme no Hanashi (conversazione sulla dominazione) che possono essere indicati come le prime collezioni di fotografie e pensieri sul bondage e sul sadomaso.
Tra le caratteristiche che definiscono lo stile Ito Seiu ne sono alcune particolarmente evidenti.
Primo, era un disegnatore e colorista di grande qualità, capaci di rendere minime variazioni della psicologia e dello stato d’animo.
- Secondo, il suo uso di modelle nude o seminude era notevole, provocante e sicuramente inteso come sessuale. Va ricordato che fu soltanto dopo il 1871 e le modelle di nudo si diffusero in Giappone, un evento talmente eccezionale che e stato tramandato il nome della prima di loro, Miyazaki Kiku.
- Terzo, il suo riferimento erano chiaramente le punizioni del periodo Edo. La sua tecnica era di fotografare le sue modelle legate e in posa e poi utilizzare quelle immagini con ispirazione per i suoi disegni. Le sue raccolte coprono l’intero spettro di punizioni ufficiali e anche alcune di quelle private.
- Quarto, per quanto ci è dato di capire da quanto visto sopra, Ito Seiu era un sadico.
Va detto che le sue modelle erano partner volontarie e che non ci è dato di sapere quanto in là si spingesse del realismo di questo torture. Nei suoi scritti e chiaro che cercava non arrecare danno alle sue partner, sviluppando tecniche più sicure per rappresentare scene di tortura che l’interessato. Questo approccio intelligente e dettato dal buon senso ebbe enorme influenza sugli altri artisti che si avvicinarono a questi soggetti nei decenni a seguire. Tuttavia Ito Seiu cercava di ottenere spesso delle reazioni e delle espressioni di creare sofferenza della sua modelle in quanto era determinato a catturare quella che lui definiva “la bellezza in sofferenza“.
Un ulteriore conseguenza del questo lavoro sensazionalista una crescente reputazione di ribelle vari circoli di avanguardia artistica, che negli anni venti e trenta del novecento andavano affacciandosi in Giappone. Ito Seiu non era l’unico ad esplorare le connessioni tra l’arte e il sadomaso né era l’unico fotografo a fare studi sul bondage ispirato dallo hojojutsu. Tuttavia Ito Seiu fu l’ispiratore della maggior parte di questo tipo di materiale. Durante i suoi oltre 50 anni di carriera, egli tende spesso nel suo atelier o in altri luoghi delle sessioni dove una modella o più modelle venivano legate (a volte con costumi eleganti e con set elaborati) e ritratte mediante fotografie, disegni o dipinti. Molti dei partecipanti a questi eventi emersa più avanti nel 900 e furono attivi nella crescita delle pubblicazioni sadomaso del dopoguerra. Sebbene non si possa dire che Ito stesse consapevolmente sviluppando le tecniche di quello che sarebbe diventato il moderno kinbaku, il suo bisogno di creare versioni con due delle legature hojojutsu e del torture per le sue modelle sta portando lui e i suoi seguaci in quella direzione. Era solo un fattore di tempo e di grado dell’interesse e dell’accettazione pubblica perché quest’arte si evolvesse ancora maggiormente.
Purtroppo queste esplorazioni furono interrotte dalla seconda guerra mondiale Ito Seiu stesso racconta di aver perso tutti i suoi lavori in uno dei bombardamenti americani a Tokio nell’estate del 1945. Alla fine della guerra la vita cominciò ad avere una parvenza di normalità e tra la ricostruzione e il clima di pace le condizioni furono ideali per il riemergere dell’arte orientata sadomaso, incluse le tecniche del kinbaku, questa volta in una forma ancora più spettacolare.
[one_half]
Tutte le informazioni storiche sulle origini del Kinbaku sono prese dall’eccellente libro di Master K “The Beauty of Kinbaku“. Per approfondire questi temi vi consigliamo vivamente di acquistare il libro direttamente dal sito dell’autore http://www.thebeautyofkinbaku.com/. Le immagini sono di mero supporto al testo e sono prese da internet.