Oggigiorno lo fa lo shibari/kinbaku è diventato una parte accettata nel panorama erotico e anche culturale del Giappone. Immagini e “performance” sadomaso appaiono all’interno di riviste, fumetti, film e, ovviamente, all’interno dei video dedicati. Questo ha ovviamente i suoi pro e i suoi contro.
Tra gli aspetti positivi, va detto che la popolarità di questo materiale ha portato maggiori opportunità commerciali per gli artisti più talentuosi. Dalla fine degli anni 70 alcuni praticanti molto capaci sono apparsi sulla scena e hanno portato l’arte dello shibari/kinbaku verso nuove vette. Personaggi come Yukimura Haruki, Arisue Go o Akechi Denki collaborarono con vari tipi di media, spostando in alto l’asticella della creatività e della bellezza delle loro legature. Negli anni 80 e 90, Akechi Denki, con i suoi immancabili occhiali da sole scuri, sembrò rappresentare più di altri l’arte dell’kinbaku giapponese verso il resto del mondo.
Tra i contro, vi è il fatto che man mano che la pratica dello shibari/kinbaku si è diffusa e commercializzata, ha perso molta della sua novità e un po’ della sua arte. Qualcosa di simile succede quando il vostro piccolo ristorante favorito, a causa del suo stesso successo, decide di ingrandirsi e perde qualcuna delle caratteristiche che lo rendevano, appunto, il vostro favorito.
Tra le pubblicazioni, molte di quelle appartenenti alla seconda ondata di riviste SM cessarono la pubblicazione verso la metà degli anni 80. Il loro posto fu preso dalle cosiddette riviste SM “moderne” come SM Sniper e SM Mania, che puntavano molto sulle fotografie e sul materiale appetibile per i lettori più giovani. Sparirono quasi del tutto l’arte e anche i racconti, che lasciarono il posto a pagine di foto patinate e situazioni basate sulla scatologia, il cutting, le orge e altri soggetti alquanto controversi. In queste riviste moderne viene dato molto spazio anche alla pubblicità di eventi, sex club, dominatrici a pagamento, etc, con pochi articoli e fotografie in cui, peraltro, il kinbaku svolge un ruolo secondario. In genere quello che caratterizza queste riviste e le distingue da quelle dell’età d’oro e soprattutto una generale “mancanza di immaginazione”.
Tuttavia vi sono stati anche dei casi di eccellenza, come quello che ha coinvolto il grande fotografo Araki Nobuyoshi e la rivista SM Sniper con cui ha collaborato dal 1979 realizzando la sua rubrica fotografica “Kinbaku Sha Rosen“. Questo fa capire molto del livello di tolleranza per la sessualità che esiste in Giappone. Le foto di bondage di Araki sono molto belle dal punto di vista della composizione e hanno spesso sfondi e ambientazioni interessanti. Le sue modelle, la maggior parte delle quali sembrano per un genuino interesse nei confronti dell’SM, appaiono come persone reali che rivelano momenti di intimità. Le sue foto sono diventate così famose che ne sono stati ricavati ben sei libri e nel 2006 Araki realizzò, alla maniera di Ito Seiu, un rotolo di fotografie di kinbaku in bianco e nero con dettagli dipinti poi a mano con colori vivaci, con un risultato che avvicina molto il kinbaku all’arte.
In ambito cinematografico, verso la fine degli anni 80 l’avvento dei video prodotti a basso costo da un lato gli interventi più rigidi del governo dall’altro portarono alla fine dell’era dei pinky eiga. I Nikkatsu Studios chiusero nel 1988 e con queste produzioni finì anche l’era nelle trame interessanti, delle buone capacità di recitazione e di una fotografia al di sopra della media. Con l’esplosione del mercato del porno l’SM è diventato un settore profittevole e numerose compagnie hanno cominciato a produrre libri, riviste e video. In questo mercato, in Giappone, è notevole la varietà dei prodotti che vengono messi sul mercato: infatti vi è una qualche copertura per praticamente qualsiasi interesse di nicchia o di minoranza, non importa per quanto strano, oscuro o politicamente scorretto.
Come Ito aveva temuto quando si era scagliato contro la tendenza a “drappeggiare le corde”, l’arte dello shibari/kinbaku di solito passa in secondo piano quando viene usata nella pornografia. Disgraziatamente, è proprio quando gli occidentali vedono questo genere di video o fotografie, senza alcun contesto storico culturale, che si formano la loro idea di cosa sia lo shibari/kinbaku che risulta essere errata rispetto a quello che quest’arte è o dovrebbe essere.
È interessante notare come i giapponesi si siano resi conto di questa dicotomia già da tempo e, anche nel mondo delle pubblicazioni per adulti, l’hanno in qualche modo affrontata. La verità è che vi sono due tipi di materiale per adulti che riguarda lo shibari/kinbaku. Il primo è costituito da lavori di fantasia che spaziano dalle attività relativamente innocenti a quelle perverse e racchiude la maggior parte della reale pornografia che viene prodotta. Il secondo presenta il kinbaku come una forma d’arte e come un’attività che adulti consenzienti possono condividere. Entrambi questi generi di materiale per adulti utilizzano lo shibari/kinbaku, ma sta alla maturità e all’intelligenza dei consumatori di riuscire a distinguere l’uno dall’altro.
Vi sono numerosi esempi di ottima fattura e grande livello artistico di questo secondo tipo di materiali per adulti, sia nel campo delle riviste, sia nella cinematografia. Per un ulteriore approfondimento di queste tematiche vi rimandiamo al libro “The Beauty of Kinbaku” realizzato da Master K.
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Tutte le informazioni storiche sulle origini del Kinbaku sono prese dall’eccellente libro di Master K “The Beauty of Kinbaku“. Per approfondire questi temi vi consigliamo vivamente di acquistare il libro direttamente dal sito dell’autore http://www.thebeautyofkinbaku.com/. Le immagini sono di mero supporto al testo e sono prese da internet.