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Termini giapponesi per il kinbaku

Agura Shibari – termine generico per indicare ogni legatura in cui il partner sottomesso è legato e siede a gambe incrociate. Nelle fonti storiche è spesso citato come Zazen Shibari, per via della posizione di preghiera dei monaci buddisti. Nonostante possano sembrare simili, questa legatura non dovrebbe essere confusa con la Ebi shibari, molto più restrittiva.

Aomuke tsuri (zuri) – Termine generico per indicare ogni sospensione in cui il soggetto è sospeso a faccia in su.

Asanawa – Tradizionale corda giapponese fatta di juta.

bari – A volte il termine shibari è abbreviato in bari nella descrizione di varie legature, come per esempio Ebi-bari.

Donawa – la corda (nawa) utilizzata per sorreggere la vita durante una sospensione. Poiché vi è rischio di danni, questa corda viene spesso legata sopra l’obi (la pesante striscia di stoffa decorativa legata attorno alla vita di chi indossa un kimono) per proteggere il tessuto morbido dell’addome. In assenza dell’obi questa corda viene posta sopra le anche (Koshinawa) o utilizzata soltanto per sostenere la schiena durante una sospensione con il soggetto posizionato a faccia in su.

Dorei – Termine utilizzato talvolta per indicare il partner sottomesso. Il suo significato è “schiavo/a” e va usato con cautela per evitare di offendere qualcuno.

Ebi-shibari (ebi-bari) – La legatura “a gamberetto” in cui il soggetto siede a gambe incrociate e la parte superiore del corpo è legata vicino alle anche, in un arco costrittivo. Nata nel 1500, questa è una delle legature più antiche. Fu utilizzata per centinaia di anni come metodo di tortura e fu trascritta tra le forme di tortura ufficiali contro i crimini nel 1742 dalla famiglia Tokugawa. La ritroviamo in molti manuali storici e opere d’arte. Vedi articolo “Le punizioni, la vergogna e il potere

Enchou Ude Mae te shibari – La “legatura portata in avanti” in cui i polsi e le braccia sono legati insieme con una corda intrecciata ed estesa davanti al corpo. Comunemente abbreviata in Mae te shibari o Mae te nawa shibari o Mae te gassho shibari (versione buddista).

Ganji Garame – Termine generico col significato di essere completamente legato, mani e piedi; essere immobilizzato. Nello shibari molte tecniche sono spesso utilizzate per creare questa situazione.

Gomon shibari – Termine generico e arcaico utilizzato per descrivere lo shibari inteso come metodo per punire o tormentare il soggetto legato (anche a sfondo erotico); un aspetto delle situazioni di gioco SM.

Gyaku-ebi-shibari – Un ebi rovesciato, molto simile alla posizione hog-tie occidentale, in cui le mani e i piedi del sottomesso sono legati insieme dietro la schiena. Ne esistono numerose varianti, sia semplici che complesse. Una posizione molto impegnativa, per i più flessibili!

Gyaku-ebi- tsuri (zuri) – La versione sospesa del Gyaku-ebi, con il soggetto legato e sospeso a mezz’aria, il viso rivolto al pavimento, con le mani e i piedi legati verso l’alto come nell’hog-tie. Una delle posizioni più comuni.

Hashira Ushirodaki shibari – Letteralmente abbracciare (daki) il palo con le mani legate dietro. Un termine per indicare il legare qualcuno a un palo verticale di legno (hashira), come spesso esistono nelle tradizionali stanze tatami giapponesi. Un termine alternativo potrebbe essere Hashira Kousoku. Esistono vari stili.

Hayanawa – Uno stile dell’arte marziale Hojojutsu del legare, utilizzata durante l’era Edo. (1603-1868) Questa energica tecnica veniva utilizzata dalla polizia durante gli arresti, con il prigioniero che tentava di opporre resistenza, utilizzando una corda resistente e sottile e gesti precisi e molto veloci. Vedi articolo “L’hojojutsu

Hikyaku tsuri (zuri) – La sospensione “del postino”, in cui il soggetto è sostenuto dal takate-kote o gote e le gambe sono sollevate e fissate in una posizione che assomiglia a un passo di corsa.

Ishi (hishi) shibari (a volte chiamato Hishigata o Hishi Nawa shibari) – Il motivo a diamante (ishi). Presa dalle tecniche dello Hojojutsu, questo shibari, storico e attraente, ne esistono molte variazioni ma fondamentalmente crea forme a diamanti con le corde, a volte con piccoli nodi a ognuna delle 4 estremità, con pattern complessi di quadrangoli collegati tra loro. In qualche modo simile al Kikkou shibari (vedi sotto) e occasionalmente confuso con esso, questa legatura si dice sia basata sul marchingegno a quattro facce affilate usato dagli eserciti feudali per ostacolare gli inseguitori a cavallo. Questo a sua volta era ispirato ad alcune piante acquatiche le cui strutture appuntite contenevano bave acuminate. Il disegno della legatura hishi è generalmente fatto in maniera restrittiva con le mani dietro la schiena, ma può essere anche solo usata a scopo decorativo con le mani libere, sia per la parte superiore che inferiore del corpo. Una delle legature più belle e distintive del bondage giapponese.

Hojojutso (a volte pronunciato Hojujitsu) – L’antica arte marziale di catturare con le corde. A volte denominato Nawajutsu in alcuni testi storici. Vedi articolo “L’hojojutsu

Honnawa – Uno stile dell’hojojutso utilizzato per legare in modo sicuro per lungo tempo i prigionieri durante l’era Edo. Questo metodo era utilizzato per trasportare i prigionieri nel luogo di incarcerazione ed interrogatorio e in caso di reati particolarmente gravi, per esporre pubblicamente l’accusato prima dell’esecuzione. Durante l’era Edo il pattern complesso che la corda dell’honnawa creava sulla schiena del prigioniero era spesso utilizzato per identificarne lo status sociale, il crimine commesso e la punizione assegnata. Questo modo di legare è precursore del moderno shibari/kimbaku. Vedi articolo “L’hojojutsu

houchi –  abbandonare, abbandonare al caso, lasciare solo. Nello shibari SM giapponese questo verbo descrive l’atto di lasciare il sottomesso legato per osservarne e apprezzarne la legatura. Un tipo di gioco SM psicologico che richiede molta attenzione e costante osservazione delle condizioni fisiche del sottomesso.

Imo Mushi shibari – La legatura “del bruco”. Uno shibari asimmetrico, probabilmente derivato dall’era Showa (1926-1989), in cui il soggetto è legato con le mani dietro la schiena e le gambe intrecciate una all’altra e legate in modo che la caviglia di una gamba sia legata alla coscia della seconda; la caviglia della seconda gamba è di solito sollevata e portata dietro la schiena, come nell’hog-tie, e legata alle mani. Un’altra posizione per persone davvero flessibili!

Iwato-nawa shibari – Uno dei più interessanti termini arcaici dello shibari-kinbaku. Si riferisce a uno dei miti giapponesi della creazione dove la dea del Sole Amaterasu, che una volta si nascose in una caverna vicino ad un posto chiamato Iwatu, gettando così il Giappone ed il mondo nel buio. Nel tentativo di farla uscire nuovamente, una giovane donna fu fatta danzare nuda all’ingresso della caverna. Quando Amaterasu uscì di fuori per poterla guardare, l’entrata della caverna le fu chiusa alla spalle, facendo così risplendere nuovamente la luce sul mondo. Nello shibari-kinbaku questo termine si riferisce a ogni legatura dove le gambe del soggetto vengono tenute aperte da corde fissate alle caviglie o alle cosce, esponendo così genitali, mentre nel contempo il torso è legato.

Jiai shibari – La legatura dell’auto-abbraccio. Così chiamata perché le braccia del soggetto sono legate davanti al corpo, piegate all’altezza del gomito e fissate sulla spalla opposta, in modo che il soggetto sembri abbracciarsi.

Joshiki – Il termine giapponese che indica “il buon senso universale” che tutte le persone intelligenti dovrebbero possedere. Una parola utile da ricordare quando si pratica qualunque forma di kinbaku-shibari.

Kaikyaku Kani shibari – La legatura “del granchio con le gambe aperte”. Una legatura di tipo erotico dove i polsi e la parte superiore delle braccia sono legati alle caviglie e alle cosce delle rispettive gambe. In una versione ben costruita di questa legatura le gambe sono poi assicurate a dei supporti in modo da essere immobilizzate in posizione aperta.

Kami shibari – Termine generico (che viene probabilmente dallo Shinto) per una legatura dei capelli, cioè una legatura dove i capelli, preferibilmente lunghi, della sottomessa vengono fissati con la corda. Di solito è incorporata in altre posizioni di Shibari.

Kannuki – paletto, sbarra o chiavistello, il pezzo di legno o metallo che impedisce ad un cancello di aprirsi. Nello Shibari-Kinbaku è un termine generico per vari tipi di staffatura della corda, usato per stringere i giri passati intorno al torace, alle gambe, ai polsi etc. Anche conosciuto come shibori-nawa, corda che strizza, oppure tome nawa, corda che ferma.

Kariudo shibari – Legatura del cacciatore. Così chiamata perché le braccia legate ricordano un fucile a tracolla oppure una faretra. Legatura asimmetrica dove n braccio viene legato sopra la spalla e fissato all’altro che è piegato dietro la schiena. Questa posizione classica è anche conosciuta come Teppo shibari o legatura del fucile.

Kata-Ashi tsuri (zuri)  shibari – Tutte le posizioni dove una gamba viene alzata verso l’alto.   Tradizionalmente, il soggetto è in equilibrio su una gamba mentre l’altra viene legata al punto di sospensione. Alternativamente, il soggetto è legato disteso con una gamba sollevata.

Kata-Ashi Sakasa tsuri (zuri) – La versione ad una sola gamba della classica e drammatica sospensione inversa (vedere Sakasa tsuri).

Kata Karada bagu – Termine generico (a volte abbreviato in Kata o Karada) per tutti tipi di imbracatura del corpo decorativa o costrittiva. Il termine kata è usato nel teatro Kabuki e si riferisce alla forma o al disegno della recitazione, make up, musica, etc, tramandata da generazioni ed intercambiabile in accordo con le qualità e i gusti di un bravo performer.

Kuzushi nawa – Un termine usato per descrivere una legatura di kinbaku il cui disegno è volutamente non studiato. Rappresenta qualcosa di volutamente asimmetrico o addirittura disordinato. Questo termine è preso dall’arte della calligrafia giapponese ed è usato per descrivere ad esempio la ceramica volutamente deforme ma squisitamente bella utilizzata per la cerimonia del tè.

Kikkou shibari – La famosa legatura “a guscio di tartaruga”, così chiamata perché il motivo creato somiglia a quello che si trova sulle tartarughe giapponesi. Questa può essere una legatura per tutto il corpo, oppure usata solo sul torace. Vengono insegnati due stili diversi di Kikkou shibari, e ciascuno discende da una diversa scuola di hojojutsu.
Lo stile più tradizionale crea una o più forme esagonali sul corpo del soggetto. Un nome alternativo ed arcaico per questo disegno a sei lati è detto “Nyugarame”, probabilmente preso dalla scuola Rokugi ryu di Hojojutsu, risalente all’epoca Tenmei (1781-1788).
Un secondo stile di Kikkou shibari, anch’esso valido, pare essere originato da una legatura honnawa (vedi sopra) creata dal Taisho ryu dell’Hojojutsu feudale. E’ diventata popolare sui manga ed insegnata da alcuni bakushi. Questa versione crea almeno due o tre figure a diamante (hishi) che vanno dal collo fino all’area genitale. Comunque, nella pratica moderna, questo stile è più propriamente chiamato Hishi shibari (vedi sopra).

Kinbaku – L’arte del bondage erotico tradizionale giapponese.

Kinbaku-bi – Generalmente tradotto “La bellezza dell’arte del bondage erotico tradizionale giapponese”. Ossia, lo shibari fatto in maniera tradizionale fatto a scopo estetico o erotico.

Kinbakushi – Termine che significa artista della corda, colui che lega. Spesso è abbreviato in Bakushi, vedi anche Nawashi (sotto).

Koshinawa – La corda usata per supportare il bacino durante qualsiasi sospensione. Termine usato anche nell’Hojojutsu per indicare una corda messa alla vita del prigioniero per controllarne il movimento ed impedirne la fuga.

Koutoubu Ryo-tekubi shibari – Legatura della parte superiore del corpo, dove le mani sono legate assieme dietro la testa e poi fissate ad un’imbracatura del torace creata dallo stesso pezzo di corda. Spesso ci si riferisce a questa legatura col nome “Koutouryoute shibari”.

M-Ji-Kaikyaku shibari – La classica legatura della caviglia alla coscia (spesso combinata con una qualsiasi versione di una legatura della parte superiore del corpo come il Takate-kote shibari o come il Tasuki shibari) che causa l’immobilità della gamba e fa sì che il soggetto seduto ricordi una lettera “M”. Aldilà della connessione con la lettera dell’alfabeto occidentale, questa legatura di coscia e caviglia è molto antica e viene menzionata in alcune versioni dello Shijuhatte, la versione giapponese del Kamasutra, contenente 48 posizioni sessuali che arrivarono in Giappone dopo il 550 d.C.,  probabilmente della Cina. Ci sono varie versioni di questa legatura.

M-Ji-Kaikyaku tsuri (zuri) – Una sospensione dove il soggetto è supportato tramite il Takate-kote o Gote e le cosce, con queste ultime individualmente sollevate ed aperte di fronte al corpo, in una foggia che ricorda la lettera “M”. Qualche volta è più semplicemente chiamata Ryo-ashi tsuri oppure Kaikyaku tsuri.

m-jo – (dove M sta per “masochist”) E’ il termine comunemente più accettato in Giappone per descrivere chi viene legato, il “sottomesso alle corde”. Comunque, molte delle persone che si fanno legare (specialmente quelli che posano per delle foto) si definiscono semplicemente “modelli”.

m-o – Versione maschile di m-jo.

Matanawa – Termine generico per ogni legatura dell’area del pube e del bacino. A volte nella vecchia letteratura di kinbaku-shibari è conosciuto come tatenawa.

Momo shibari – Legatura della pesca. Legatura distintamente sessuale che mette la persona legata in equilibrio sulle ginocchia e sul torso, facendo così alzare il sedere. Le mani sono legate e portate sotto il corpo, tra le gambe, e attaccate alle caviglie. Quando completa questa legatura è simile negli effetti a molte delle posizioni classiche del Shijuhatte, la versione giapponese del Kamasutra.

Mudanawa – Termine che vuol dire corda inutile, termine usato dagli artisti e maestri di shibari per descrivere tutta la corda usata prettamente per scopi estetici e decorativi e non funzionali ed effettivi.

Mune Hishi Gote shibari – Una creativa legatura della parte superiore del corpo, che comincia come un Tasuki shibari (vedi sotto), ma che poi elegantemente si trasforma in un Takate-kote o Gote shibari con un elemento decorativo a forma di diamante (hishi).

Nawashi – In realtà significa “fabbricante di corda”, ma nei circoli Sm significa un artista della corda. E’ un termine moderno (tardo XX secolo) per i maestri di shibari. Vedi anche Kinbakushi (sopra).

Newaza – Tecniche a terra. Preso da arti marziali come il judo, questo termine descrive le legature fatte principalmente sul tatami, in contrapposizione a quelle usate per le sospensioni. Nelle mani giuste, questo stile di shibari può essere veramente sensuale ed erotico.

Ninoude shibari – nome arcaico per una legatura dove le mani e la parte superiore delle braccia sono legate dietro al corpo con una corda che si intreccia solo su di loro. Tutte le corde rimangono dietro il corpo senza passare mai sulla parte anteriore. Anche noto nella pratica moderna come Jouwan Gote shibari, oppure Ude Kake Gote shibari.

Oujou shibari – classico esempio di shibari fatto per imbarazzare (shuchi) dove il soggetto è legato al hashira (palo di supporto il legno) della stanza coi tatami, mentre è inginocchiato con le caviglie incrociate e legate in modo da aprire le gambe.

Ryo-ashi tsuri (zuri) – Qualsiasi sospensione in cui entrambe (ryo) le gambe (ashi) sono legate e sospese insieme. A seconda della fonte di referenza, ci sono vari stili di sospensione in cui tale tecnica è usata.

Ryo-tekubi shibari – Questa è una semplice legatura dei polsi (tekubi), davanti al corpo. A seconda della complessità della tecnica usata è a volte chiamata Tejou shibari (manetta) e trae le sue origini dall’hojojutsu (vedi sopra).

Sabaki – Dal verbo sabaku, maneggiare. Termine generico per le differenti tecniche usate dai diversi maestri per riavvolgere le corde.

Shibari – L’azione di legare. Seppure il suo significato letterale in giapponese sia abbastanza generico, è usato comunemente per indicare il bondage in stile giapponese.

Sakasa tsuri (zuri) – sospensione verticale inversa, con i piedi rivolti in alto e la testa in basso.

Santen tsuri (zuri) – Il soggetto è sospeso dal Takate-kote e dalle caviglie, con queste ultime sollevate davanti al corpo. La parola “santen” significa cima di montagna o picco. In questa posizione si suppone che il soggetto vi assomigli.

Sarugutsuwa – La parola tradizionale per “bavaglio” usata nel kinbaku tradizionale. La parola inglese “gag” è anche usata, tradotta e pronunciata “gyaggu”, ma è un’introduzione recente. Il bavaglio tradizionale è di stoffa e viene legato sulla-attraverso la bocca. Si usa di solito un pezzo di stoffa chiamato tenugui che nasce per vari usi, dal pulire, al cucinare al lavarsi.

Shikominawa – Termine che viene usato per descrivere la corda di supporto principale che è spesso usata per le sospensioni nelle performance (o anche nel gioco). A questa corda “preparatoria” vengono spesso fissati anelli di metallo o moschettoni che andranno a supportare poi le corde di sospensione (tsuri nawa). La costruzione del Shikominawa deve essere eseguita con attenzione e precisione per fornire un supporto forte e stabile. Ci sono molte figure standard per questa costruzione. Questa corda di supporto è anche nota come tsuri shiro che significa “castello della sospensione”.

Suruga-doi shibari – Tanto una tecnica di tortura del XVI secolo Tokugawa quanto una propria tecnica di shibari, questa legatura fa sì che i polsi e le caviglie del soggetto siano legati molto vicini dietro alla schiena del soggetto, e poi tirati su in modo da farlo adagiare sul pube. Questa legatura differisce dal Gyaku ebi in quanto molto più severa. Si dice che nel Giappone feudale i prigionieri venissero sospesi in questo modo e addirittura pesi venissero applicati alle loro schiene per aumentare la sofferenza. Prende il nome dall’antica provincia di Suruga, area che ora è parte della prefettura di Shizuoka, prefettura che è locata nel centro del Giappone vicino all’Oceano Pacifico attorno al Monte Fuji. Una legatura esclusivamente per le persone molto snodate che amano le sfide.

Shuuchi shibari – Termine generico e arcaico per tutte le legature che servono a far vergognare o imbarazzare il soggetto, uno degli aspetti psicologici dei giochi shibari/SM. A volte viene scritto shuuchinawa.

Takenotsue oppure Takezao shibari – legare qualcuno usando un palo di bambu, un bastone o una verga. Esistono infinite varianti di questa legatura che nasce nel Giappone feudale.

Tanuki shibari – Letteralmente tasso o procione, presenti in tante leggende del folclore giapponese. In questa legatura le mani e i piedi del soggetto vengono legati insieme davanti al corpo, e poi il soggetto viene sospeso nella maniera in cui spesso si legano le prede dopo una caccia. Questa legatura ha una storia che data almeno al 1600, quando era chiamata Buri buri zeme (tortura) e si dice che venisse usata per punire le prostitute disobbedienti nel famoso quartiere del piacere di Edo, Yoshiwara.

Tawara shibari – Il covone. Così chiamata perché ricorda il modo in cui i covoni di riso venivano legati nei campi dai fattori. La parte alta del busto è avvolta nella corda varie volte con le mani legate individualmente alle gambe appena sotto ai glutei. Spesso le gambe sono legate insieme con altri giri di corda orizzontali (e il busto di solito fissato con una corda ad un punto di sicurezza) e in seguito tutti  questi giri orizzontali collegati con vari passaggi verticali a formare il classico disegno.

Tengu shibari – Legatura del demone. Così chiamata perché al soggetto vengono legate le braccia in una maniera che ricorda le ali dei demoni nelle illustrazioni mitologiche tradizionali giapponesi. In questa legatura ogni polso è legato al rispettivo braccio e poi tirato leggermente all’indietro e fissato  ad un’imbracatura del corpo di solito puramente decorativa.

Tomoe-tome – la virgola, così chiamata perché ne ricorda la forma. Tecnica utile ed estremamente piacevole per cambiare la direzione di una corda senza usare nodi, come nei giorni dell’Hojojutsu nel periodo Edo.

Tsugi nawa – tecnica con la quale si uniscono due pezzi di corda per estenderne la lunghezza.

Tsuka maki – il manico di spada. I giri avvolti stretti di una corda intorno a se stessa usati per completare molte legature. Consuma la corda che avanza (nawajiri) e impartisce forza a quella sezione della legatura.

Tsukue shibari – termine generico per tutte le legature dove il soggetto è legato al tavolo tradizionale che spesso si trova nelle stanze dei tatami.

Tsuri –  tutte le sospensioni. Il soggetto è legato e sospeso a mezz’aria ad un punto di supporto sicuro. È la seconda tra le modalità classiche di tortura (tsurizeme) del Giappone Tokugawa, adesso sviluppatasi nella principale pratica di gioco shibari e nelle performance degli SM club. Esistono innumerevoli tipi di sospensioni, ma tutte devono essere fatte con grande abilità e cura. A volte abbreviato zuri. Vedi articolo “Le punizioni, la vergogna e il potere

Tsuri nawa – la corda principale usata per supportare una sospensione.

Ushirode-Kote tsuri (zuri)  shibari – termine generico-abbreviato che indica la sospensione di un soggetto attraverso unicamente il Takate-kote. È una delle tecniche di tortura tramite sospensione più antica.

Ushirode-Gassho shibari – legatura alla quale ci si riferisce di solito con il termine di “reverse prayer” (preghiera inversa) dove le mani e le braccia sono legate dietro al corpo nella posizione che di solito si usa per pregare. Legatura adatta solo alle persone estremamente flessibili. Ne esistono varianti buddiste ed occidentali. A volte ci si riferisce a questa legatura con il nome di Haimen Gassho shibari, e cioè letteralmente “preghiera dietro la schiena”.

Ushirode Takate-kote (o Gote) shibari – la forma classica del box tie che è il mattone da costruzione di quasi tutte le legature dello shibari-kinbaku. Le braccia sono legate dietro la schiena parallele al suolo coni gomiti piegati ad angolo retto tenuti in posizione da giri di corda che passano sopra e sotto al petto. Ne esistono innumerevoli varianti, dalle più semplici alle più complesse.
Poiché le fonti che hanno fatto riferimento a questa legatura sono così tante negli anni si sono diffusi moltissimi modi di scrivere il nome di questa legatura con i caratteri romani. Per esempio, a volte viene chiamata semplicemente Takate-kote oppure Takate shibari, a volte più semplicemente Go- Te, Gote o Kote shibari, a volte addirittura scritto semplicemente Ushirotakategote.
La ragione principale per questa varietà è che, come per il Kikkou shibari (vedi sopra), ci sono due scuole di pensiero su questa famosa legatura. Una delle due tradizioni è quella che abbiamo descritto sopra, mentre l’altra insiste sul fatto che il termine Taka te kote va usato solo per le legature in cui le mani sono incrociate alte (taka) dietro la schiena. Una posizione tropo difficile per la maggior parte delle persone. Per le legature che utilizzando la classica forma con le braccia parallele al suolo, questa seconda scuola di pensiero preferisce il termine Go-te, Gote o Kote shibari.

Ushirode Tasuki shibari – legatura della parte superiore del corpo dove la corda lega i polsi dietro la schiena e passando sopra le spalle si incrocia in mezzo al petto. Questo termine nasce dal nome del cordino spesso usato per tenere avvolte le maniche del kimono. Spesso viene semplificato in Tasuki shibari.

Ushirotakategote Isujyou-M-Ji Kaikyaku shibari – un nome molto lungo per descrivere la tradizionale legatura giapponese ad un sedia, dove le mani del soggetto sono legate in un Takate-kote e le gambe/piedi tirati su e legati ai braccioli o ai lati della sedia in modo che il soggetto ricordi la lettera M.

Utsubuse tsuri (zuri) – qualsiasi sospensione a faccia in giù.

Yoko tsuri (zuri)– qualsiasi sospensione laterale.

Yukata shibari – legare qualcuno che indossa il tradizionale leggero kimono estivo (Yukata), un classico pezzo di guardaroba per la fotografia artistica di kinbaku.

Zuri – termine alternativo o abbreviato per tsuri (sospensione). Questo termine viene usato quando la parola tsuri è preceduta da un’altra parola che indica il tipo di sospensione, come per esempio Gyaku ebi.

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I termini di questo glossario sono presi dal libro “The Beauty of Kinbaku” di MasterK. Per acquistare il libro, andate direttamente sul sito dell’autore http://www.thebeautyofkinbaku.com/