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Consigli di sicurezza per il Top

Di seguito alcuni consigli di sicurezza per il top, che possono aiutare a prevedere e risolvere alcuni dei problemi che possono capitare durante una sessione di shibari.

  • Non applicare mai pressione sulla parte anteriore del collo e sull’interno delle articolazioni.
  • Non legare sotto effetto di sostanze stupefacenti, alcool, o farmaci che possono alterare lo stato psicofisico. Se una o entrambi Top e bottom hanno assunto queste sostanze, non è sufficiente che ne siano informati e accettino il rischio: devono astenersi dall’iniziare una pratica in cui è necessaria una perfetta capacità di vigilanza.
  • Avere sempre a portata di mani uno strumento in grado di tagliare le vostre corde agevolmente e in sicurezza. Una delle cose migliori sono le forbici mediche usate nei pronto soccorso, che hanno punte stondate per andare sotto le corde senza rischio, completamente in metallo, resistentissime, leggere e di facile impugnature. Queste forbici sono più indicate sia degli strumenti da arrampicata che spesso bisogna imparare ad usare (le forbici sono immediatamente intuitive), sia di coltelli o cesoie che possono accidentalmente ferire la persona legata quando si cerca di liberarla in una situazione di emergenza. Ma è ovvio che un qualsiasi strumento è meglio che nessuno strumento.
  • sull’inguine ci passa l’arteria femorale, che è un bel tubo grosso dove ci passa circa un litro e mezzo di sangue al minuto, e bloccarla sarebbe davvero pericoloso;
  • sotto le ascelle passano le arterie succlavie, che anch’esse trasportano grandi quantità di sangue alle braccia. Più avanti vedremo le possibile conseguenze
  • sotto le ascelle c’è il plesso brachiale e lungo le braccia passano i nervi radiale, ulnare e mediano. In alcuni punti, ad es nella parte esterna del braccio tra deltoide e tricipite o in alcuni punti lungo l’avambraccio, questi nervi possono essere soggetti a compressione e dare problemi di breve, medio o lungo periodo.
  • Non rischiare tentando di fare cose che non si conoscono e soprattutto se si ha il sospetto che possano  essere pericolose. Il consiglio è quello di informarsi, studiare e, se possibile, farsi assistere da qualcuno che ha più esperienza.
  • Non legare quando si è stanchi, perché è più facile che la stanchezza porti a fare errori tecnici o di valutazione della scena.
  • Non legare quando si è in carenza di zuccheri, quindi sottoposti a fiacchezza e giramenti di testa.
  • Legare solo quando si ha uno stato d’animo sereno e positivo. Con le corde trasmettete delle sensazioni al bottom (la persona che viene legata): se il vostro stato d’animo è positivo, trasmettete sensazioni positive, ma se è negativo le trasmettete negative.
  • Verificare se il bottom ha qualche patologia seria di cui dovremmo essere a conoscenza, quali ad esempio se soffra di problemi cardio circolatori, respiratori, claustrofobia, attacchi di panico, epilessia, lassità delle spalle o di articolazioni in genere (es. lussazioni recidive) etc. Ricordarsi che alcune patologie possono essere asintomatiche e quindi si può soffrirne senza saperlo.
  • Informare a propria volta il bottom se si hanno patologie di cui dovrebbe essere a conoscenza. Essere informati permette al bottom di valutare la scena ed i suoi rischi in modo corretto e completo.
  • Mai trovarsi impreparati: piccoli rischi quali uno svenimento sono frequentissimi, sia per motivi fisiologici (ipotensione ortostatica, shock vagale in sospensione…), che per motivi più emotivi. Un Top che mantiene la calma in situazioni critiche, gestisce meglio la situazione e trasmette sicurezza al bottom che difficilmente andrà in panico
  • Controllare periodicamente lo stato delle estremità: se le mani o i piedi legati appaiono lividi o freddi, allentare la presa ed eventualmente decidere se allentare, sciogliere definitivamente e/o rifare la legatura. Il bottom, soprattutto se è in uno stato di profondo coinvolgimento emozionale, non è tenuto ad essere particolarmente concentrato sullo stato delle sue dita, questo è sicuramente compito del Top. Per controllare se c’è circolazione nelle estremità premete un’unghia di un dito (mano o piede è lo stesso) se sbianca e torna rosea è ok, se resta bianca significa che la circolazione è arrestata (e la situazione può diventare grave se questo stato permane a lungo). Ovviamente se il bottom ha le unghie smaltate e/o posticce, non potete utilizzare questa tecnica.
  • In caso di ipossia (mancanza di ossigeno) prolungata di una parte del corpo non vitale (es. una mano o un piede), in un soggetto sano e in assenza di fattori di rischio concomitanti, prima che possa insorgere una necrosi, di tempo ne deve passare tanto. Diverso è il discorso relativo al danno tissutale che una più o meno prolungata mancanza di ossigeno può generare, o all’eventuale rischio trombotico che la mancanza di circolazione può far insorgere. Innanzi tutto molto dipende dalla parte anatomica coinvolta:
  • La legatura di un polso fatta male o che determini la compressione prolungata di un polso (e conseguentemente della vena cubitale o della vena radiale) può determinare un danno ischemico (anche severo) più o meno transitorio dell’arto (formicolii, sensazione della “mano addormentata” etc…); raramente, ma val la pena descriverlo, in soggetti predisposti o con patologie concomitanti potrebbe verificarsi un episodio trombotico.
  • Completamente diverso il caso in cui, ad essere legati, fossero gli arti inferiori (bacino o radice degli arti). Da quelle parti infatti circolano vene di grosso calibro e che portano un enorme afflusso di sangue al cuore. Ostacolare il deflusso venoso in quelle zone potrebbe portare a conseguenze cardiache, trombotiche, respiratorie o sistemiche anche molto gravi.
  • L’uso di nodi scorsoi è deprecabile in quanto il nodo, stringendosi può esercitare una pressione elevata sulla pelle, sui vasi sanguigni o sui nervi, con conseguenze anche gravi. Verificare che i nodi fatti non siano di questo tipo dopo ogni singolo nodo.
  • Lasciare lo spazio per far scivolare un dito o due tra corda e pelle.
  • Concordate le safeword (parole di sicurezza ) per marcare i limiti del gioco. Per esempio rosso per “fermata” e giallo per “rallentare”.
  • Fare attenzione agli strumenti e ai materiali utilizzati per legare:
    • No a lacci e tessuti elastici (elastici, lacci emostatici, calze, sciarpe), nella foga del momento possono illudere che la stretta sia sopportabile, ma presto possono rivelarsi fastidiosi se non addirittura dannosi (maggiore rischio di tendiniti o nei casi più gravi cancrene). Inoltre i nodi effettuati con materiali elastici sono molto più difficili da sciogliere
    • Bene invece tessuti “stabili” (cravatte, fasce di cotone e canapa);
    • No a corde o strumenti dal diametro troppo sottile (es. cordino, spago, filo da pesca, fil di ferro)
    • No a materiali abrasivi/ustionanti (cavetti di plastica o gomma, tessuti sintetici)
  • Nel caso si abbia intenzione di fare una sospensione, assicurarsi che tutta la struttura (punti di sospensione, travi, appigli, strutture tubolari e le corde, ovviamente) sia in buone condizioni di manutenzione, che sia stabile e che la sua realizzazione sia fatta con perizia per poter sostenere almeno il TRIPLO del peso della/e persona/e legate, in quanto con le oscillazioni la forza applicata alla struttura aumenta considerevolmente.
  • Evitare di fare sospensioni in posizioni o luoghi in cui la persona sospesa può urtare contro oggetti o arredi.
  • Predisporre dei tappetini in gomma sotto l’area utilizzata per le sospensioni.
  • Avere a disposizione acqua, alimenti energetici (es. barrette, succhi di frutta) ed una coperta leggera o indumenti caldi nel caso il bottom avesse cali di zuccheri o ipotermia.
  • Mai abbandonare il bottom legato.
  • Essere consapevoli che è impensabile ottenere una condizione di rischio zero, ma ci si può impegnare per ridurlo al massimo.

Ringrazio tutti gli amici che sono intervenuti alla redazione comune di questo decalogo attraverso il forum https://fetlife.com/groups/3189/group_posts/1758460?page=2#group_post_comments_container

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