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Kinbaku e power exchange

Durante una delle nostre lezioni c’è stata una serie di riflessioni sull’approccio al power exchange durante una sessione di kinbaku. In effetti, ci siamo resi conto che il termine power exchangepoteva far pensare alla necessità di essere particolarmente “energici”nella gestione del bottom. Non è affatto così e ribadiamo che esiste una enorme differenza tra il legare come se si fosse in presenza di un pacco e prendere il controllo e, ancora, tra quest’ultimo e lo “strapazzare” la persona che state legando.

Come capire quindi se si sta legando con troppa o troppo poca energia? Non esiste una regola aurea, ma bisogna sicuramente prestare attenzione ai piccoli segnali e feedback del bottom, soprattutto se è una persona che ancora non si conosce in modo approfondito.si può sicuramente prendere il controllo e gestire il bottom (sia dal punto di vista della posizione del corpo nello spazio, che per quanto riguarda le emozioni e sensazioni che gli si danno)in maniera dolce, puntando sulla fermezza dei gesti, ma stemperandone l’energia con movimenti più lenti, controllati e sensuali.

DSC_1560_02Fare kinbaku vuol dire legare usando le corde per trasmettere emozioni, ma per fare questo bisogna imparare a scegliere e gestire quali emozioni dare. È importante saper gestire il contatto, è importante il ritmo con cui si lega e anche l’energia con cui si dispongono le corde sul corpo del bottom. Questi parametri non sono fissi ed immutabili, nemmeno durante una stessa sessione. Un ritmo sempre uguale o una tensione sempre costante sono sicuramente più noiosi per il bottom di una legatura in cui ritmo e tensione crescono e raggiungono uno o più picchi. L’intensità e la frequenza di tali picchi variano da persona a persona e nulla ci vieta di dare maggior enfasi alla sensualità di questi gesti. Si può spostare il corpo di una persona di lato per poter eseguire una legatura con un gesto deciso e quasi “marziale” oppure con un gesto, altrettando deciso, ma più morbido e delicato. Quello che non deve cambiare è che siete voi che legate ad avere il controllo della posizione del bottom.

Come succede nella danza, in cui l’uomo guida e imposta i passi, così nel kinbaku il Top (uomo o donna che sia) trasmette al bottom i segnali su quello che intende fare. Tirarlo a sè, spostarlo, girarlo, legare questa o quella parte del corpo in questa o quella posizione. Tutto può essere fatto con pochi, semplici gesti che non interrompono la fluidità della legatura.

Pensate ad esempio di essere alle spalle del bottom per realizzare un takatekote e di dover passare delle corde sopra le spalle per realizzare la parte anteriore di tale legatura. Potete scegliere di alzarvi e girare intorno posizionandovi davanti, potete far girare il bottom o potete scegliere di spostarlo di lato, tirandolo a voi per rendere più accessibile la zona in cui dovete lavorare. Nel primo caso voi non state prendendo il controllo e addirittura tenete il bottom come punto fermo attorno a cui girare: non è certo un problema e la sensazione che darete è, con ogni probabilità, quella del volervi “prendere cura” del bottom (essere uno di fronte all’altro permette una serie di giochi e scambi di sguardi ed espressioni). Negli altri due casi, voi state chiedendo al bottom di fare qualcosa per “partecipare” all’esecuzione della legatura. Questi comandi e questi spostamenti possono essere fatti in modo deciso (es mettendo le mani sulle spalle del bottom e applicando una torsione che faccia inequivocabilmente capire che deve girare) o in modo più dolce (da dietro potete abbracciare con una mano e prendere la spalla opposta, spostandola di lato o facendola ruotare in avanti, suggerendo così al bottom che movimento seguire). Oppure potete farlo usando il resto del corpo, ad esempio avvicinandovi e poggiando la testa accanto a quella del bottom ed usando la vostra testa e il vostro busto per “spostare” la testa e il busto del bottom.

Questo genere di comunicazione migliora con il tempo e più conoscete il vostro bottom (e più il vostro bottom conosce voi) e più questi segnali possono diventare minimi e quasi impercettibili, così come succede nelle più affiatate coppie di ballerini.

Se poi ad entrambi piace l’idea di aggiungere un po’ più di energia a questi comandi nessuno ve lo impedisce e si possono aprire numerosi altri scenari. Quello è che è importante nel mio modo di approcciare il kinbaku, in conclusione, è che sia sempre il Top a “dare il tempo” e a tenere sotto controllo il bottom, che potrà così godere del piacere di seguire quei comandi e abbandonarsi alle sensazioni.

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